Un saluto a tutti cari lettori, oggi vi voglio scrivere della mia recente esperienza che mi ha visto tornare ad Archlinux.
Archlinux come ben saprete è una delle tante distro dell'universo GNU/Linux, so bene che molti mi considereranno un fanboy ma per me resta attualmente la migliore ovviamente seguita a ruota da Slackware, Debian, Fedora, Opensuse ecc.
A parte ciò, reduce dalla mia esperienza con Elementary OS , che ho trovato essere una distro molto carina ed anche interessante di cui forse ne parlerò con maggiore dettaglio in un editoriale. Tornando alla mia Archlinux, questa volta ho deciso di sperimentare una installazione un po' diversa dal solito, già con Elementary OS avevo provato un settaggio delle partizioni diverso da quello che usavo prima ed avevo ottenuto un incremento delle prestazioni del 20%, quindi mi è venuta la brillante idea di usare lo stesso settaggio anche su Archlinux.
Beh sicuramente vi starete chiedendo che settaggio abbia usato, beh non si tratta di nulla di eccezionale, semplicemente ho deciso di usare più partizioni .
Per chi non conoscesse cosa è una partizione, in pratica è una parte del nostro disco, in pratica è come se io spezzassi il mio disco in 2 parti, ma badate bene non si tratta di uno spezzare fisico , se no dopo rompete l'hard disk, ma di una separazione virtuale dello spazio del disco. In pratica se io ho un hard disk da 500Gb e voglio dividerlo in 2, posso creare 2 partizioni da 250Gb che possono essere usate per scopi diversi. In genere per chi è alle prime armi, spesso usa Ubuntu, il partizionare è una cosa piuttosto semplice e l'installer vi aiuta in questo, ma per chi è un utente a cui piace fare le cose in maniera hardcore partizionare resta una operazione facile ma spesso , essendo anche meticolosi, ci perdono più tempo. In realtà questo perdere più tempo non è ingiustificato perchè una buona partizione, formattata in maniera corretta può incrementare di parecchio le performance del proprio sistema operativo, questa regola ovviamente vale anche per le distro GNU/Linux. Adesso iniziamo ad entrare nel dettaglio di quello che ho fatto, per prima cosa molti di voi che hanno comprato un pc con Windows, conosceranno bene l'MBR, il cosidetto boot manager che avvia Windows, in realtà l' MBR legge solo partizioni che seguono una tabella di partizionamento conforme a MS-DOS, se avete mai giocato con Gparted ( chi non gioca con Gparted giustamente ) vi sarete resi conto che è possibile formattare le nostre pennette seguendo varie tabelle di partizionamento. Ovviamente ogni tabella hai i suoi pro e i suoi contro, io non voglio parlare di ciò perchè toglierei materiale ad un'altro articolo, tuttavia tra le varie tabelle è presente anche la GPT ( GUID Partition Table ) che nasce come evoluzione di MBR, infatti è usata sui nuovi pc che montano UEFI. La sostanziale differenza tra MBR e GPT è il numero di partizioni che si possono fare, in pratica MBR ha come numero di partizioni massimo il numero 4 , mentre per GPT sono illimitate, questo ovviamente è un vantaggio per gli utenti GNU/Linux che vogliono un sistema efficiente. Beh anche io da bravo utente ho deciso di usare il GPT, che ovviamente non è stato semplice settare, una volta partizionato il disco, in modalità live durante l'installazione, con : gdisk /dev/sda mi sono trovato davanti un programma scarno ( ovviamente tutto testuale ) ma che non mi dava la minima idea di quello che stavo facendo, morale della storia cerco su google : installare Archlinux su GPT e trovo 30 guide diverse su come fare, beh si vede che non era una cosa folle quindi mi sono rincuorato ed ho continuato, occorreva per prima cosa definire le partizioni , su un bel foglio di carta mi sono scritto le partizioni che volevo, le dimensioni che volevo assegnargli e anche il filesystem con cui formattarle. L'elenco è :
- / ; 20 Gb ; ext4 o ReiserFS
- /boot ; 200 Mb ; ext2,3,4
- /home ; tutto lo spazio rimanente; xfs o ext4
- /var ; 8Gb ; ReiserFS
- /usr; - che non uso -
- boot_grub ; 2 Mb ; codice da inserire in gdisk ef02
See you soon !!
Nessun commento:
Posta un commento